A Igoumenitsa i muhajirin sognano l'Europa. Non importa che ci siano già, per loro quella che conta comincia al di là dell'Adriatico. Qui anche Mussa Khan, come molti prima di lui, tenta le sue carte con la sorte
Patrasso. Insieme a migranti di mezzo mondo, anche i muhajirin aspettano il momento buono per scavalcare le reti che delimitano il porto, in un surreale e pericoloso gioco a rimpiattino con la polizia. La posta, però, è alta: una nave verso l'Italia e il sogno chiamato "Europa"
Atene. Il luogo di nascita della democrazia, cela un lato oscuro e doloroso. Sono le strade e le piazze in cui i muhajirin vivono nell'illegalità, in attesa di un futuro che non arriva. Un buco nero che inghiotte vite e destini e in cui Mussa Khan sembra essersi perduto
Vittime di conflitti che non li riguardano. Come quello annoso tra Grecia e Turchia, che ha lasciato un'eredità mortale di mine lungo il confine dell'Evros. Ma anche una volta arrivati nella sospirata terra ellenica, i muhajirin trovano un paese in piena crisi economica, sempre meno disposto ad offrire loro protezione ed asilo
Turchia, Bulgaria, Grecia. Tre nazioni separate e unite dall'Evros-Meriç-Maritsa, oggi ultima porta per i muhajirin che tentano di approdare in Europa. Mussa Khan, forse, è passato, ma sono sempre più i suoi compagni di viaggio che perdono la vita nei meandri scuri del fiume
Istanbul, punto di sutura tra due continenti, Asia ed Europa. Passaggio obbligato per i rifugiati come Mussa Khan, soprattutto ora che le rotte dei muhajirin si sono spostate verso nord. Qui il loro destino incrocia le contraddizioni in bilico tra sviluppo economico e diritti negati
La via della Seta del terzo millennio trasporta carne umana. Il suo terminale in terra turca è Izmir: qui arrivano i muhajirin che, come Mussa Khan tentano la via dell’Egeo, per finire troppo spesso in fondo al mare. Per cercarlo, bisogna entrare a Basmane, porta d’Europa degli ultimi
Distanza, viaggio e precarietà non bastano a privare i rifugiati afghani delle proprie radici. Anche a Gaziantep si riunisce la "Jirga", il consiglio degli anziani, che siedono per affrontare il tema doloroso dell'esilio, ma anche i problemi quotidiani di chi vive di in bilico tra presente amaro e futuro incerto
I kaçakçılar, i trafficanti di esseri umani, non hanno biglietti da visita, né uffici di vendita. Si confondono tra la gente nei vicoli, nelle caffetterie, nella piazza davanti alla moschea. Sfuggenti, invisibili, onnipresenti sulla rotta dei migranti, potrebbero essere l'unico mezzo per ritrovare le tracce di Mussa Khan
Ancora fermi a Van e di Mussa Khan nessuna notizia. Prosegue il viaggio tra i muhajirin afgani intrappolati nella città turca, nel limbo dell'asilo temporaneo in attesa di proseguire il viaggio, magari anche illegalmente, attraverso Grecia e Italia
"Di notte, a Yuksekova, l’esercito ha l'autorizzazione di sparare a vista. Se vai lassù sii molto, molto prudente". Continua, anche su OBC il viaggio alla ricerca di Mussa Khan, rifugiato afgano in cammino verso un sogno chiamato "Europa". Un sogno che, troppo spesso, si paga con la vita
Mesi, anni, sempre in movimento. Respinti, invisibili, ai margini. E' questo il destino dei muhajirin afgani, alla tenace ricerca del sogno chiamato "Europa". Da oggi, con le puntate del blog "Mussa Khan", raccontiamo la loro odissea, attraverso Turchia, Grecia e Italia, fino alla stazione Ostiense di Roma